La stagione 2025 di Connessioni - il format online delle librerie Ubik che fa incontrare autori, librai e lettori – si è aperta con l’intervista dei librai Ubik di Modena, Sesto Fiorentino, Palermo e Sciacca a Francesco Piccolo, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro Son qui, m’ammazzi. I personaggi maschili nella letteratura italiana, in libreria per Einaudi.
Son qui, m’ammazzi è un saggio originale e personale, in cui Francesco Piccolo analizza tredici capolavori della letteratura italiana per esplorare come i loro protagonisti maschili abbiano contribuito a plasmare e legittimare il mito della mascolinità e della cultura virile. Attraverso figure emblematiche come lo scolaro Rinieri del Decameron di Boccaccio, Zeno Cosini di Svevo, l’innominato di Manzoni e tanti altri, Piccolo evidenzia come questi personaggi, con la loro violenza esplicita o passiva, arroganza, fragilità e desideri incontrollabili, abbiano consolidato un’immagine di uomo potente, egoista e spesso distruttivo. Riflettendo su come la letteratura rifletta e perpetui le dinamiche sociali, il libro invita a un confronto critico con le opere che hanno modellato il nostro immaginario collettivo.
“L’obiettivo finale del mio libro” – ha raccontato l’autore rispondendo a una domanda dei librai – “non è dimostrare qualcosa ma raccontare da dove arriva la nostra cultura maschilista. I romanzi meravigliosi che ho scelto ci hanno raccontato un maschio che esiste e molte volte fanno intravedere quella violenza maschile che talvolta può degenerare. Credo che una delle chiavi per migliorare la società stia nella conoscenza, se penetra nelle coscienze può dare un risultato.
ll maschio” – ha proseguito Francesco Piccolo – certamente non è un troglodita, ma il cammino di miglioramento è molto lento, più di quanto si possa credere. L’uomo continua a essere violento e arrogante, la questione non è risolta: il vero problema è che gli uomini contemporanei tendono a credere di essere molto migliori di quanto purtroppo siano. Il punto del mio libro è che penso che la letteratura abbia aiutato noi uomini a parlare come pensiamo”.
Nato a Caserta nel 1964, Francesco Piccolo affianca alla sua attività di scrittore quella di sceneggiatore e autore per il cinema e la televisione, collaborando con registi del calibro di Nanni Moretti e Paolo Virzì per la scrittura de "Il Caimano" e "La prima cosa bella".
Autore di saggi e romanzi, tra i suoi libri ricordiamo in primis Il desiderio di essere come tutti, un romanzo che esplora il rapporto tra ideali collettivi e ambizioni individuali, raccontando la storia dell'Italia dagli anni Settanta a oggi, con cui nel 2014 l’autore ha vinto il Premio Strega.
Tra i titoli più noti di Francesco Piccolo anche Momenti di trascurabile felicità (2010), una raccolta di piccoli episodi quotidiani che generano felicità inaspettata, seguito da Momenti di trascurabile infelicità nel 2015, dai quali è stato tratto l’omonimo film di Daniele Lucchetti nel 2019.
Sempre al tema del maschile sono La separazione del maschio (2008), un romanzo che indaga il desiderio maschile e le sue contraddizioni, e L’animale che mi porto dentro (2018), un saggio-racconto che esplora la costruzione della mascolinità dall’infanzia all’età adulta.
Il suo ultimo romanzo La bella confusione (2023) racconta invece il 1963, anno magico per il cinema italiano, quando Fellini e Visconti lavoravano rispettivamente a 8½ e Il Gattopardo. Il libro esplora il contrasto tra i due autori e il loro modo di rappresentare l’Italia.
In tutti i suoi libri Francesco Piccolo riesce a cogliere con rara precisione le sfumature della vita quotidiana, intrecciando ironia e profondità. I suoi libri offrono uno spaccato autentico e accessibile dell’identità italiana, affrontando temi universali come il desiderio, la felicità e le dinamiche sociali.
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